I social sono oggi uno strumento pervasivo. Secondo le ultime statistiche, un italiano passa circa 2 ore al girono sui social network. Facebook, YouTube, Instagram, WhatsApp o TikTok sono oggi canali di comunicazione a cui le aziende possono affidarsi per instaurare relazioni con gli utenti. Pensarli come “semplici” ampliamenti al marketing è fortemente riduttivo. I social infatti vivono di interazioni e l’efficacia delle campagne social per i brand porta con sé numerosi vantaggi che vanno oltre il singolo post. I social hanno la capacità di coinvolgere, creare una conversione e sviluppare relazioni, ma anche essere leva di trasformazione digitale all’interno dell’azienda. Grazie al report “Social Media Trends 2021” realizzato da HubSpot e Talkwalker scopriamo quali sono i trend che guideranno questo nuovo anno per ottenere il successo nelle campagne di social media marketing.
Lo sviluppo dei Social Media Trends per il 2021 ha cambiato improvvisamente rotta a causa della crisi scatenata dalla pandemia. Se si considerano le mention, arrivate all‘impressionante cifra di 1,2 miliardi, si può concludere senza dubbio che questo è stato l‘anno del Covid-19. La pandemia è stata l‘agente catalitico che ha facilitato e certamente incentivato la formazione di nuove idee, ha cambiato il mondo del lavoro e accelerato i tempi di risoluzione di problemi che altrimenti avrebbero avuto tempistiche ben diverse. Il report pubblicato da HubSpot e Talkwalker individua i 10 trend di maggiore impatto per il 2021 nel comparto Social Media.
Lo User Generated Content (UGC) si presenta sotto forma di remix: l’utente crea un nuovo contenuto combinando elementi preesistenti.
Se in un primo momento essere confinati tra le mura del proprio appartamento poteva sembrare un limite alla creazione di nuovi contenuti, ha invece favorito lo sviluppo del remix grazie anche alle popolari app TikTok, Koji ed Instagram Reels.
Non si parla ancora di una tendenza dilagante, ma è sicuramente un trend in costante crescita e che osserveremo anche nel 2021. I brand devono seguire con attenzione questo fenomeno e rivolgersi al pubblico che ne fa più uso proponendo loro stessi format e template da utilizzare.
Nel futuro ci si aspetta una crescita importante di questo strumento per coinvolgere i creator. Non aumenterà solo il numero dei brand che ne faranno uso ma nasceranno nuovi social media che offriranno piattaforme per la creazione di contenuti non solo video ma anche di realtà virtuale o aumentata.
Non meno importante sarà monitorare costantemente l’UGC inerente al proprio brand perché dietro all’aumento dell’engagement possono nascondersi contenuti negativi e critiche.
Community, contacless, cleanliness e compassion sono i quattro elementi fondamentali sorti durante la pandemia. Questi argomenti di conversazione continueranno a essere di tendenza anche nel 2021 e influenzeranno i consumatori nella ricerca e scelta di un brand. Per stabilire o consolidare il contatto con i clienti non si può prescindere dal considerare le 4 C nelle proprie strategie.
È necessario immaginare come trattare in modo rilevante un tema ora molto caro come l’igiene e osservare le conversazioni dei consumatori per individuare gli argomenti a loro più cari per essere presenti come brand anche sul piano emotivo. Non perdere mai di vista lo sviluppo della pandemia perché determinante nelle scelte d’acquisto dei consumatori e sii sempre pronto a rispondere adeguatamente all’arrivo di crisi impreviste.
Tra i trend in crescita bisogna menzionare i meme. Questa modalità di comunicazione, molto popolare tra le fasce di età più giovani (13-35 anni), ha accresciuto la sua popolarità durante il confinamento per il suo potenziale di evasione.
Un brand deve prendersi del tempo per ascoltare la propria audience, creare forti relazioni e integrare i social nei diversi aspetti del business come strumento di comunicazione strategica.Associare il brand a un meme virale può aumentarne la popolarità con effetti positivi ma è da considerarsi un’arma a doppio taglio con potenziali ripercussioni negative. I meme vengono utilizzati come opinion maker, possono influenzare il pensiero del pubblico e sono spesso impiegati in contesti molto politicizzati per intromettersi in avvenimenti importanti o diffondere fake news. Incoraggiare la propria community all’utilizzo dei meme e condividerli attivamente sui canali più importanti, nel rispetto del copyright, deve essere associato a un costante monitoraggio per limitarne al massimo l’abuso.
In un tempo dominato dall’incertezza come quello che stiamo vivendo, è naturale guardare al passato con nostalgia. È un atto consolatorio che suscita emozioni positive che ci riportano a un tempo dove tutto sembrava andar bene. Il confinamento ha messo ancora più in evidenza questa esigenza di escapismo. Una strategia di marketing basata sulla nostalgia fa proprio riferimento a queste emozioni. Collegare il brand a ricordi positivi del passato serve a costruire un filo emotivo con il consumatore che si consoliderà nell’associazione di quel brand a una sensazione di benessere.
I brand dovranno guardare al passato per capire quali fossero le mode nel loro settore, e non solo, con l’obiettivo di ritrovare quell’atmosfera che crea nostalgia. Nello specifico, si possono ripescare i prodotti del passato da riproporre a una specifica generazione; oppure si possono proporre nuovi prodotti ma in chiave retrò con design o eventi a tema.
È necessario, in questo caso, agire tramite una segmentazione demografica perché il nostalgia marketing funziona solo per classi generazionali che cambiano ogni 10 anni. La strategia dovrà quindi essere mirata a un pubblico specifico. Non è da escludere che una nuova generazione sviluppi interesse per un prodotto del passato che prima non conosceva: il fascino dell’old school! Infine non bisogna perdere di vista gli influencer che già da tempo hanno dato vita ad intere community basate su temi nostalgici. Oltre ad essere fonte di ispirazione, sono anche dei consumatori già navigati.
Il conversational marketing sostenuto dall’intelligenza artificiale è la chiave del futuro per raggiungere il cliente. La comunicazione non è più il mezzo attraverso cui si arriva al consumatore ma è il fine stesso, il brand deve diventare comunicazione. È necessaria una presenza stabile nelle conversazioni all’interno dei social media, relazionandosi al cliente con empatia senza mai perdere di vista i temi che stanno a cuore alle comunità digitali come la sostenibilità o l’ambiente. In questo modo si resta in costante connessione con il cliente e si favorisce la formazione di comunità intorno al brand. Il commercio sui social media diventa cruciale. E qui entrano in gioco l’intellgenza artificiale e le nuove tecnologie.
L’utilizzo di sistemi di messaggistica, chatbot e chiamate diventano fondamentali per assicurare una user experience che catturi il consumatore. Non basta lanciare un messaggio promozionale, ma bisogna inserirsi sempre di più nelle conversazioni degli utenti sottolineando il lato umano del brand: l’empatia. Sevizio cliente e marketing devono lavorare in sinergia. La loro stretta collaborazione e l’analisi dei dati raccolti attraverso chat, e-mail e chiamate dei clienti saranno fondamentali per il miglioramento della customer experience e delle vendite.
Cresce sempre di più il consenso intorno ai videogiochi e alle loro comunità. Durante il confinamento è aumentato notevolmente l’utilizzo di piattaforme di videogiochi in streaming dove è possibile sfidare virtualmente i propri amici e mantenere quindi il contatto anche senza potersi vedere fisicamente. Da comunità di nicchia, quella dei gamer acquista sempre maggiore visibilità e non deve essere ignorata dai brand. Inoltre la linea di confine tra video game e piattaforme social diventa sempre più sottile.
Si osserva in questo momento una fusione di queste due realtà virtuali. Per essere presenti con il proprio brand all’interno di queste comunità è necessario ampliare le attività di social listening per raccogliere un consistente volume di dati che consenta la creazione di contenuti mirati in modo da aumentare l’engagement e le vendite anche presso queste communities. E dove non sia possibile fare pubblicità attiva, non guasterà unirsi a queste comunità per manifestare comunque la propria presenza.
Il confinamento ha dato la spinta per un ritorno in auge di vecchie ma sicure strategie di marketing. In questo periodo infatti si è registrato un crescente bisogno di informazioni di rilievo e maggiormente articolate ben veicolate da metodi già ampiamente collaudati come newsletter e podcast. Questi ultimi hanno potuto contare su ben 57,6 mila mention.
Benché la messaggistica venga largamente preferita, assistiamo in questo momento a una rinascita delle chiamate vocali. La voce (164 mila mention) ritorna a essere rilevante con funzioni di ricerca vocale, messaggi audio; anche Twitter ha recentemente fornito questa possibilità ai suoi utenti con i voice tweet. I brand devono reagire in modo mirato allo sviluppo di questa tendenza dando largo spazio ai contenuti rispetto allo stile. Al social listening si può così affiancare l’analisi audio per catturare le menzioni vocali riguardanti il tuo brand. Infine, non sarebbe una cattiva idea rivolgersi a degli omni-influencer e community attivi su più canali per garantire un maggiore diffusione e impatto dei contenuti.
I grandi nomi social come Facebook, Twitter e Instagram consolideranno la loro presenza e il loro potere anche nell’anno che sta per cominciare. E questo nonostante la nascita e lo sviluppo continua di piattaforme concorrenti. Questi giganti non perderanno di importanza e le loro ragguardevoli dimensioni permetteranno loro di adattarsi ai cambiamenti in corso sia in materia di normative (lotta alle fake news, ad esempio) che in ambito più strettamente economico. I brand devono sfruttare al massimo le possibilità offerte da funzionalità quali il live streaming e il social shopping.
I live streaming sono sempre più diffusi e rappresentano un’imperdibile occasione per aumentare l’engagement e coinvolgere al meglio il pubblico. Il social shopping è una realtà in costante crescita con sempre più utenti che si servono dei social media per la ricerca dei prodotti. I brand devono consolidare la loro presenza sui social principali e adattarsi ai cambiamenti o alle novità introdotte dalle piattaforme, senza perdere d’occhio i gusti del pubblico che ne fa uso.
Il lato oscuro dei social media è rappresentato dalla velocità con cui possono essere utilizzati per diffondere menzogne, notizie false e teorie complottiste. La pandemia e le fake news sorte intorno a questa crisi hanno dimostrato ancor di più il potenziale negativo del diffondersi di notizie non verificate e questo è vero non solo per argomenti globali ma anche su scala più ridotta. Anche i brand possono essere vittima di notizie false con ingenti danni all’immagine e di carattere economico. Il vuoto normativo in materia di fake news, che le istituzioni stanno cercando di colmare, è ancora presente e può essere utilizzato per diffondere notizie false che possono colpire anche il tuo brand.
Un social listening molto attivo può essere la chiave per tenere sotto controllo le menzioni che riguardano il brand, in modo da intervenire ogni qualvolta vengano diffuse notizie non veritiere. I social media si stanno muovendo per contrastare questo fenomeno con accorgimenti come il “labeling” introdotto da Twitter ma la strada è ancora lunga. I brand devono puntare su un tipo di informazione trasparente che lasci poco spazio alla diffusione di fake news e contemporaneamente monitorare costantemente le mention che li riguardano verificando i contenuti condivisi in modo da intervenire prontamente. È necessario fare affidamento su linee guida aziendali chiare a cui i team che si occupano di comunicazione devono attenersi e difendersi da potenziali sabotaggi interni da parte di dipendenti poco affidabili o insoddisfatti.
I millenials e ancor di più, la generazione Z, hanno sviluppato una forte sensibilità nei confronti di temi sociali. Sono generazioni che si occupano di politica, giustizia sociale, femminismo, salute mentale, alimentazione, cambiamento climatico e razzismo. Tutti temi che hanno assunto maggiore rilevanza con lo scatenarsi della crisi pandemica. Un brand di successo non può esimersi dal prendere posizione riguardo a questi temi che influenzeranno le decisioni di acquisto soprattutto della generazione Z che, avvicinandosi all’età adulta, diventerà protagonista del lavoro aumentando il proprio potere economico.
Un brand che si schiera a sostegno di una causa deve farlo con autenticità e convinzione affidandosi a strategie di marketing socialmente consapevoli. Non si tratta solo di vendere un prodotto ma di essere presenti come brand a sostegno delle battaglie sociali che stanno a cuore al pubblico. Questo contribuisce a umanizzare il volto del brand che deve essere percepito come entità reale e trasparente che non rimane insensibile o neutrale. Il brand deve creare una narrazione che enfatizzi la propria mission e utilizzi le strategie di marketing per il suo compimento dando ampio spazio al piano emotivo.
I brand che vogliono affermarsi e accrescere il loro impatto anche nel 2021 e oltre devono mettere il consumatore al centro delle loro strategie di marketing. Le aziende devono tenere l’orecchio sempre teso verso i bisogni e gli interessi dei consumatori e in questo senso un social listening attivo avrà un’importanza decisiva. La voce del cliente non può essere ignorata; i suoi interessi, i sui impegni sul piano sociale sono determinanti nella scelta delle strategie di marketing per garantire la presenza del brand e per fare la differenza.
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