Startup

Vademecum per il corretto avvio di una startup

Quando si decide di creare una nuova impresa, il rischio più grande è quello di sottovalutare l’insieme degli adempimenti, delle leggi e soprattutto dei costi necessari, a livello legale, per l’avvio di questo tipo di attività. Spesso le idee innovative non sono sufficienti per l’affermazione di una realtà di successo: solide competenze legali e la consapevolezza di muoversi in un mercato troppo burocratico sono le armi grazie alle quali le startup riescono a sopravvivere e ad affermarsi nei diversi settori.

A questo proposito è stata pubblicata su Millionaire di febbraio un’intervista a cura di Tiziana Tripepi in cui Cristina Crupi, fondatrice dello studio legale Crupi & Associati e specializzata nella consulenza legale per startup, indica quali sono i quattro adempimenti di primaria importanza per la creazione di una nuova impresa:

1. Redazione dello statuto
È il documento che rappresenta “il vestito giuridico” della società, in cui vengono stabilite le regole del gioco. Nell’intervista, Cristina Crupi consiglia di scegliere la forma della Srl ordinaria, e non semplificata, in quanto garantirebbe una maggiore possibilità di ampliare il campo d’azione. Evitare inoltre di copiare gli statuti di altre società e, soprattutto, di essere troppo dettagliati sull’oggetto sociale.

2. Redazione dell’atto costitutivo
Può essere effettuato online o per atto pubblico, cioè attraverso un notaio. Nel primo caso occorre essere registrati al sito http://startup.registroimprese.it e compilare il così detto “modello tipizzato”, che va poi presentato al Registro per le imprese.

3. Iscrizione al Registro delle imprese
Una società esiste realmente solo quando è iscritta al Registro delle imprese. Una volta consegnato il “modello tipizzato”, viene avviata la verifica dei requisiti e i controlli di legittimità. Se l’esito è positivo, la startup viene protocollata e iscritta al Registro, che altro non è che una sorta di “anagrafe delle startup”.

4. Partita IVA
Per aprire una partita Iva è necessario comunicare all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni l’inizio della propria attività. Di solito è consigliabile aprirla prima della costituzione.
Il costo totale per adempire a questi primi 4 punti, afferma Cristina Crupi, può variare dai 500 ai 2.000 Euro, a seconda che ci si rivolga a un notaio o si decida di muoversi da soli e quindi sia necessaria solo l’iscrizione alla Camera di commercio.

Tuttavia, rivolgersi a esperti del settore è la scelta consigliata: “Di solito il team di una startup è composto da tecnici – dice l’avvocata – e a meno che non facciano entrare al loro interno un esperto, seguire le problematiche legali, fiscali e contabili può risultare complesso, – e prosegue – molte startup sviluppano un prodotto che poi non riesce a stare sul mercato perché non risponde ai bisogni reali. I founder delle startup sono restii a investire nell’aiuto di professionisti, perché pensano che sia prioritario investire nell’idea e nello sviluppo del progetto piuttosto che nella parte contrattuale. Servono invece basi più solide per stare sul mercato”.

Maura Vadacca

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