Società digitale

Battuta d’arresto per le aziende italiane del campo dell’IT

Secondo i dati emersi dall’Assintel Report, le aziende italiane non investono abbastanza nell’IT: una situazione di stallo nel processo di innovazione da parte delle imprese è infatti quella che emerge dall’analisi dei numeri relativi al 2016.

Su un totale di 1.000 imprese intervistate, il 14% dichiara che il proprio budget complessivo IT supera il 3% del fatturato, mentre il 5% valuta la spesa IT della propria azienda superiore al 5%.

Dall’altra parte però vi è un gruppo formato dal 30% degli intervistati che dichiara di investire nell’IT un valore non superiore all’1% del fatturato, a cui va sommato un altro gruppo (37%) il cui budget dedicato all’IT viene stimato tra l’1% e il 2% del fatturato aziendale. Abbiamo poi un 19% che dichiara di destinare all’IT una cifra tra l’1% e il 2% del proprio giro d’affari.

Questi dati, se comparati con quelli del 2015, rivelano che per il 42% dei casi le risorse finanziarie destinate all’IT sono rimaste invariate nell’arco dei due anni. Perché le aziende italiane in questo lasso di tempo non hanno investito in un settore così importante? La risposta si trova, forse, in una generale mancanza di budget e di fondi da parte delle realtà del nostro Paese. Il 34% dei rispondenti infatti lamenta un decremento della quantità di budget generale disponibile che va fino al 5%, il che rende difficile ovviamente non solo investire nell’IT, ma anche e soprattutto investire in generale.

Per quanto riguarda il 2017 i responsabili IT pronosticano tuttavia un esito leggermente migliore, stimando che il budget IT complessivo crescerà dal 24% al 29%.

Infine un ultimo dato: secondo www.bitmat.it, spesso sono gli stessi direttori IT ad ammettere di non avere completo controllo dei processi tecnologici in atto nella propria azienda, a causa dell’ingestibile pervasività della tecnologia all’interno delle strutture. Il budget IT complessivo di cui abbiamo parlato finora può essere quindi frutto di analisi “viziate”, che escludono iniziative aziendali sì inerenti all’IT, ma non sempre facenti capo a un’unica figura. Questo a ennesima dimostrazione di come l’IT rischi troppo spesso di essere un processo portato avanti da nuclei aziendali separati che spesso non comunicano tra loro, quando invece dovrebbe costituire un insieme di servizi, processi e azioni aziendali che coinvolgono la totalità del personale, senza tagliar fuori nessuna sezione. Il rischio di cortocircuiti all’interno del business aziendale è sempre dietro l’angolo.

Maura Vadacca

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