Il 7 dicembre 2017 Bitcoin, la moneta virtuale open source decentralizzata e peer-to-peer, ha superato la quotazione di 15.000 dollari. Per i Bitcoin non esistono monete o banconote, ciononostante adempie perfettamente allo scopo di una qualsiasi valuta: pagare. Il protocollo Bitcoin venne presentata da Satoshi Nakamoto nel 2008 su The Cryptography Mailing list sul sito metzdowd.com. La nascita della moneta elettronica risale al 3 gennaio 2009 con la creazione dei primi 50 BTC per mano di un inventore anonimo o di un gruppo di inventori di cui a tutt’oggi non si sa nulla.
Bitcoin si basa sulla tecnologia della Blockchain. Nella catena di blocchi vengono confermate tutte le transazioni in modo sicuro attraverso la crittografia SSL, una sicurezza mai violata fino a oggi. La Blockchain si basa sul modello di architettura peer-to-peer, la rete informatica utilizzata per il file sharing come Torrent. La tecnologia è in pratica un database di dati, in cui l’elemento chiave è il nodo, termine del campo delle telecomunicazioni per definire un sistema hardware in grado di comunicare con altri dispositivi. Il compito di ogni nodo all’interno della rete Blockchain è quello di inviare e ricevere dati. La sua struttura è paragonabile a una catena, dove per ogni blocco sono registrate tutte le operazioni effettuate con la criptovaluta dal 2009 a oggi.
Su questo complesso sistema si basano le transazioni con Bitcoin, le quali per essere approvate necessitano del 50%+1 dei server. I nodi della rete grazie alla Blockchain evitano che i soldi siano utilizzati più di una volta. Questo sistema di pagamento digitale, inoltre, non richiede l’intervento delle banche o di altri soggetti, rendendolo un sistema completamente autonomo. Punti di forza del sistema sono la tracciabilità e la sicurezza, poiché per hackerare la rete è necessario entrare in metà dei server, che sono tra l’altro sconosciuti.
La moneta virtuale è disponibile in diversi marketplace online in cambio di valute correnti come il dollaro o l’euro. Un altro metodo più semplice è quello di accettare il Bitcoin come metodo di pagamento per beni e servizi o utilizzare i bancomat dedicati. Al momento in Italia è possibile trovarne 14 in 9 città. Anche siti come Bitboat, Poste italiane e Sisal offrono l’acquisto di moneta virtuale. Quando si acquista da privati su siti come localbitcoins.com il consiglio è quello di pagare solo quando si ha la certezza di aver ricevuto la moneta. Poiché il BTC non è una moneta fisica, è necessario l’utilizzo di un portafoglio digitale chiamato walled garden. Esistono diversi software gratuiti per PC e smartphone: un elenco è disponibile sul sito bitcoin.org, in cui viene consigliato di tenere al sicuro il portafoglio elettronico, come lo si farebbe nella vita reale. Per una maggiore sicurezza è possibile conservare i risparmi anche offline, ad esempio in una chiavetta USB.
A fine ottobre 2017 il numero di Bitcoin minati e messi in circolazione ammontava a 16.727.612,5 (fonte: valutevirtuali). Nel grafico è chiara la crescita della valuta digitale in circolazione dalla sua creazione a gennaio 2009 fino a luglio 2017.
Il numero di Bitcoin aumenta di giorno in giorno, dal momento che ogni blocco minato crea e immette nella Blockchain nuova moneta elettronica. L’attività di conio della moneta, chiamata mining richiede una quantità di calcoli del software molto alta e sempre più complicata a causa dell’aumento delle transazioni e conseguentemente del numero di nodi. Al momento vengono generati per ogni transazione 12,5 Bitcoin per volta. Un altro aspetto importante è che il protocollo prevede un massimo di 21 milioni di Bitcoin al mondo, tanto che potrebbe essere minato l’ultima unità nel 2040.
In Italia è molto difficile trovare esercizi che accettino pagamenti in valuta digitale. È possibile avere una panoramica su Coinmap.org o tramite l’app QuitBitCoin. In generale, la situazione della criptovaluta per i pagamenti offline non sembra decollare. Se si guarda ad esempio a Londra, sono solo 90 gli esercizi commerciali dove il pagamento in criptovaluta è accettato. Ad oggi, accettare un pagamento in valuta digitale per un commerciante vuol dire doversi confrontare con il wallet elettronico, complicare le operazioni di cassa e porsi diverse domande sull’incasso di Bitcoin in bilancio, per cui potrebbe essere molto difficile trovare risposte certe. Su grossi siti e-commerce è possibile spendere i BTC in modo indiretto acquistando buoni acquisto su siti terzi che offrono questo servizio.
Nonostante il valore del Bitcoin stia salendo vertiginosamente in pochi mesi non rappresenta una concorrenza all’euro o al dollaro e non sostituirà di certo monete e banconote. Inoltre, si tratta di una criptomoneta che protegge l’anonimato, senza una banca o uno stato che la controlli. Le leggi di mercato sono l’unico fattore che influenza la valuta. Così come segnalato dalla Banca d’Italia, la mancanza di controllo, di vigilanza, di tutele legali e l’alta volatilità rendono il Bitcoin uno strumento al momento molto rischioso.
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