I domini di primo livello nazionali rappresentano le varie nazioni e le regioni del mondo online. Come ci si comporta con le diverse lingue? Sono anch’esse rappresentate su Internet? Com’è facile immaginarsi, la lingua inglese non è solo la lingua più utilizzata al mondo, ma anche la più presente su Internet: il 54% dei siti web esistenti sono in inglese. I contenuti web in domini di primo livello generici (gTLD), in particolare, sono spesso rivolti a utenti internazionali e sono quindi prodotti in inglese.
Il 41% delle registrazioni di nomi di dominio sul mercato globale è costituito dai ccTLD, i domini di primo livello riservati agli Stati o territori dipendenti composti perlopiù da due lettere, corrispondenti ai codici ISO 3166-1. Ogni anno vengono registrati in media 12,5 milioni nuovi domini ccTLD. Ciò rappresenta una crescita annuale dell’8,4% circa.
Nel RFC 1591, un documento pubblicato dalla Internet Engineering Task Force con informazioni e specifiche in ambito informatico e di Internet, tratta l’argomento “Struttura e delegazione del sistema dei nomi di dominio”. In questa sezione del documento viene stabilito che i domini dei codici paese sono gestiti da un amministratore del rispettivo paese.
Secondo quanto descritto nel RFC 1591, gli amministratori dei ccTLD svolgono un servizio pubblico per conto della comunità di Internet. Inoltre, al punto 4.2 viene esplicitamente scritto che IANA non ha il compito di decidere quale sia una nazione. La lista ISO 3166 come base per la creazione dei ccTLD è stata scelta tenendo conto che ISO ha una procedura per determinare quale nazione deve inserita. A questo punto ritorna la nostra domanda: i 315 ccTLD disponibili in tutto il mondo contribuiscono alla diversità linguistica di Internet?
Nonostante nel mondo vengano parlate oltre 6.500 lingue, il 54% di tutti i contenuti presenti su Internet è in lingua inglese. Questo è facile da spiegarsi: l’inglese è la lingua internazionale utilizzata nel mondo della scienza, degli affari e del commercio. È quindi la lingua utilizzata anche su Internet per raggiungere un pubblico internazionale. Ciò si applica naturalmente a tutti i TLD, comprese le estensioni di dominio generiche. Se prendiamo in analisi i soli ccTLD, l’uso delle lingue è orientato alla Nazione di riferimento. Uno studio condotto dall’Oxford Information Labs dal titolo “Diversity through localization: how ccTLDs enhance linguistic diversity online” fa luce sul contributo dei ccTLD alla diversità linguistica su Internet. Il risultato della ricerca mostra che in media il 76% dei siti web con un dominio ccTLD presenta contenuti nella rispettiva lingua del Paese. In nessuno dei ccTLD presi in esame il valore era inferiore al 64%.
L’analisi dei domini IDN (Internationalized Domain Name), ovvero i domini che contengono caratteri che non appartengono al set di caratteri standard ASCII, ha mostrato anche in questo caso le lingue locali sono ampiamente rappresentate. Con i domini IDN, l’84% del contenuto del sito web è nella rispettiva lingua del Paese. Tra i domini internazionalizzati, la lingua inglese mostra una presenza piuttosto bassa con appena il 9%. Da notare che lingue come l’arabo parlato offline da oltre un miliardo di persone non hanno a loro volta un’ampia diffusione sul web.
Un’eccezione: il dominio nazionale .TK assegnato a Tokelau presenta un altissimo numero di registrazioni. Il motivo non è legato al Paese di per sé. Le oltre 25 milioni di registrazioni sono dovuti al fatto che questo dominio è registrabile gratuitamente. Ci sono molti altri ccTLD che non si sono fatti strada non tanto per il Paese che rappresentano ma piuttosto per il significato doppio del proprio dominio. Ad esempio il ccTLD degli Stati federati di Micronesia .FM viene spesso utilizzato da stazioni radio e .IO del Territorio britannico dell’Oceano Indiano viene registrato in associazione all’abbreviazione informatica “Input/Output”. Puoi scoprire di più su questi e altri ccTLD dal doppio significato nel nostro articolo “gTLD o ccTLD? 10 nomi di dominio dal doppio significato”.
In sintesi, nonostante i ccTLD e i gTLD rappresentano nazioni e territori e non le lingue, contribuiscono indirettamente alla diversità linguistica sul web. Se il tuo obiettivo è quello di creare una presenza internazionale sul web, ti consigliamo di non concentrarti solo su un dominio nazionale o legato a una regione, ma applicare una strategia multidominio.
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