L’approccio delle aziende nei confronti dell’Open innovation è in continua evoluzione. Se qualche hanno fa le aziende si erano poste come obiettivo principale quello di comunicare le proprie attività in supporto all’innovazione, oggi le aziende puntano a instaurare collaborazioni che possano avere un impatto reale sui risultati aziendali. Mind the Bridge e Nesta hanno intervistato 36 tra i principali CIO e Heads of Innovation delineando quelle che saranno le macro-tendenze nel campo dell’Open Innovation nel 2020. Da queste risposte nasce il report “Open Innovation Outlook 2020” in cui vengono descritti i cambiamenti e i trend più rilevanti per il 2020 nel panorama dell’Open Innovation.
Se da un lato l’acquisizione resta un mezzo importante, le aziende stanno man a mano abbandonando i programmi di accelerazione. Aree come la Silicon Valley e Israele stanno diventando centri per la collaborazione startup-corporate centrata sull’Open Innovation.
In questo quadro Mind the Bridge e Nesta hanno identificato un quadro evolutivo dell’Open Innovation basato su 3 fasi.
Le Corporate Startup Star, oltre a guardare al proprio paese (100%), sono focalizzate sui principali hub tecnologici del mondo. Una su tutte, la Silicon Valley in cui è presente ben il 91% degli intervistati. Il restante 9% prevede di insediarsi nel famoso hub statunitense nel prossimo futuro. Seguono Israele e i principali cluster europei: Londra, Parigi, Berlino (82%). Fuori dai luoghi menzionati, non c’è un panorama startup abbastanza maturo da giustificare investimenti in scouting dedicati. Circa il 66% degli intervistati ha effettuato scouting nel resto degli Stati Uniti e dell’Europa, il 50% in LATAM, Cina e India. Il Medio oriente e l’Africa rimangono ancora fuori dai “radar” con solo il 36%.
Nel percorso che porta l’Open Innovation a produrre azioni e risultati concreti per le aziende possono presentarsi ostacoli di diversa natura. Questi sembrano essere perlopiù interni all’azienda. Le principali barriere sono rintracciare in processi rigidi (68% degli intervistati), la mancanza di risorse (budget e team responsabili in Open Innovation sono considerati insufficienti dal 41% degli intervistati) e scarso coinvolgimento delle unità aziendali (41%). La cultura aziendale di avversione al rischio mista a una mancanza di cultura imprenditoriale aperta sono i principali ostacoli all’innovazione. Per quanto riguarda ciò che avviene all’esterno, non sembra che l’attuale clima economico possa incidere negativamente al rapporto corporate-startup. Allo stesso modo, neanche le incertezze politiche come ad esempio la BREXIT sembrano avere un impatto.
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