Malauguratamente si è verificata la peggior ipotesi possibile. Qualcuno è riuscito a ottenere il controllo del tuo dominio, l’ha trasferito e l’ha rivenduto! Ora risulta intestato a qualcun altro, magari a un concorrente. Sito web e posta elettronica? Persi, a quanto pare irrimediabilmente! Peggio ancora, c’è un nuovo sito che getta discredito sul tuo brand e può danneggiare l’immagine della tua azienda. Forse il tuo dominio non era protetto come suggerito dai nostri 6 consigli per proteggere il tuo dominio, ma ormai puoi solo guardare avanti e chiederti come recuperare il dominio rubato. Qui puoi scoprire le azioni da intraprendere per recuperare il dominio rubato.
Se il tuo dominio ti è stato rubato, fortunatamente si può ancora tentare di porvi rimedio. Esistono infatti diversi meccanismi a tutela di chi subisce un furto. Qui trovi le tre principali possibili soluzioni per recuperare il dominio rubato, in ordine di complessità.
Come prima cosa è consigliabile contattare il registrar a cui era affidata la gestione del dominio. Non appena ti rendi conto che il dominio è stato rubato, chiedi l’annullamento del trasferimento. Solitamente si hanno a disposizione 60 giorni per il recupero. Purtroppo non è detto che ciò sia sempre possibile. Se il dominio è stato trasferito a un account interno allo stesso registrar è molto più probabile che si riesca a ottenerne la restituzione, mentre se è già stato trasferito presso un diverso registrar entra in gioco la disponibilità di quest’ultimo a collaborare. Un tentativo va comunque fatto, nella speranza di risolvere la questione in tempi rapidi e contenendo gli eventuali danni.
La Policy per la risoluzione di controversie sui nomi di dominio uniformi (UDRP) è un accordo al quale tutti i registrar accreditati ICANN devono attenersi. Il suo obiettivo è quello di regolare le dispute sulla titolarità dei nomi a dominio per le cosiddette estensioni “generiche” come .COM, .NET, .INFO, ecc. L’UDRP è pensato principalmente per combattere reati di cybersquatting/typosquatting o violazione di un marchio registrato. Potrebbe quindi non dare risultati nel caso non sia coinvolto un marchio protetto. Tra le sue clausole è però contemplata anche la contestazione per accaparramento in cattiva fede. Non è pertanto escluso che possa essere utile anche in caso di sottrazione di un dominio con finalità di rivendita. Se hai un marchio registrato, l’UDRP ha il vantaggio di consentire il blocco immediato del dominio, impedendone la modifica dei dati o il trasferimento presso un altro registrar.
Dovrebbe anche bloccare il trasferimento interno tra account dello stesso registrar, ma tutto dipende da quanto è cooperante quest’ultimo. L’UDRP si rivela uno strumento efficace in diverse occasioni, ma non è detto che faccia al caso tuo per il recupero di un dominio rubato. Per questo, la consulenza di un legale o di un esperto è altamente consigliata.
Le estensioni nazionali, i ccTLD come .IT o .FR dispongono solitamente di regolamenti simili all’UDRP, che consentono di opporsi in caso di trasferimenti impropri. Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, l’Ufficio dell’Unione Europea per la Protezione dei Marchi (EUIPO) ha pubblicato un report sui sistemi alternativi all’UDRP previsti per i principali Paesi dal titolo “Comparative case study on alternative resolution systems for Domain name disputes”.
Se le strade precedenti non hanno dato risultati o si sono dimostrate non percorribili, l’ultima opzione è quella del ricorso giudiziale. Quest’azione può essere impugnata sia per il furto che per la probabile operazione di hacking subita precedentemente. Rivolgersi a un tribunale consente di appellarsi anche quando non si sono verificate violazioni di marchio registrato, ma è scontato che i tempi rischiano di allungarsi notevolmente. Inoltre, va tenuto conto che il processo viene svolto nella Corte dove risiede il Registro di riferimento. Per fare un esempio, un’azione legale legata a un dominio .COM, verrà gestita in Virginia del Nord negli Stati Uniti dove ha sede il registro Verisign. In caso di vittoria si ha la certezza di vedersi restituito il dominio. Sarà il registro stesso a occuparsi della sua restituzione, scavalcando il registrar eventualmente non cooperante.
Azione | Impatto | Costi | Tempistica |
---|---|---|---|
Contattare il registrar | Basso | È probabile che sia necessaria una consulenza da parte del proprio referente tecnico. In molti casi potrebbe essere un'azione a costi zero. | Si ottiene una risposta entro 60 giorni. |
UDRP | Medio/alto | La pratica va affidata a un avvocato o a un consulente specializzato, con costi che possono arrivare ad alcune migliaia di euro. | Generalmente la procedura si conclude in 50-60 giorni. |
Azione legale | Alto/imprevedibile | Sono coinvolti avvocati, appelli e possibili consulenti di parte. L’avvocato deve essere presente nella Corte dove risiede il Registro e dove avviene il dibattimento. Vanno tenute conto possibili trasferte o l’affidamento dell’incarico a un legale sul posto. È impossibile prevedere i costi, ma se la cosa dovesse dilungarsi nel tempo non è difficile pensare di arrivare a decine di migliaia di euro. | Le tempistiche sono quanto mai incerte. Molto dipende dai tempi processuali previsti dall’ordinamento del Paese in cui avviene il processo. È possibile prevedere anche alcuni anni. |
Il quadro che emerge è da un lato confortante, perché esistono tutele ben precise per proteggere questo asset digitale così importante. È però vero che correre ai ripari a fatto avvenuto richiede tempo e i costi possono essere elevati. Per questo motivo, la raccomandazione principale non può che essere quella di prevenire e proteggere il tuo dominio. Prendersi cura del proprio dominio richiede solo un po’ di attenzione, mentre perderlo potrebbe costare caro.
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Ottimo articolo...
Complimenti!