Il comparto e-commerce in Italia registra oramai da 15 anni una crescita a due cifre. L’anno 2020 è un anno di svolta. La pandemia scoppiata in Italia nei primi mesi del 2020 ha portato settori trainanti dell’e-commerce italiano come il turismo a un calo drastico. Alcuni settori come quello alimentare tradizionalmente lontani dall’e-commerce, invece, stanno sperimentato un forte aumento nelle vendite online. L’anno 2020 è l’anno in cui tutti gli italiani si avvicinano all’e-commerce spinti da un’esigenza tangibile. È anche l’anno in cui molte aziende si orienteranno finalmente alla vendita online cercando nell’online una via per continuare le proprie attività di business e non perdere il contatto con i clienti. Il report di Casaleggio Associati ci fornisce una fotografia della situazione dell’e-commerce in Italia nel 2020 con dati, trend e strategie adottate dagli operatori del settore.
Il fatturato e-commerce in Italia nel 2019 è stimato in 48,5 miliardi con una crescita del 17% rispetto al 2018. In Italia sono il 12% le aziende operanti nell’e-commerce di cui il 79% in ambito B2C. Nel 2019 le nuove aziende registratesi con codice ATECO 47.91.1 relativo al commercio online sono aumentate del 20% rispetto all’anno precedente. In media un italiano nel 2019 ha speso 668 euro in acquisti online. Se l’uso del desktop è in continuo calo, aumentano gli acquisti su mobile da cui è transitato il 43,5% del fatturato e-commerce italiano. Un aumento del 9,5% rispetto allo scorso anno. Il 98% degli italiani ha effettuato degli acquisti su marketplace, in particolare su siti esteri di Cina, Regno Unito, Stati Uniti e Germania. Il 2000 ha visto l’entrata della web tax, imposta sulle transazioni digitali B2B che secondo le stime dovrebbe portare alle casse dello Stato italiano 700 milioni di euro all’anno. A fine 2020 se viene raggiunto un accordo internazionale, è prevista una diversa tassa standardizzata a livello europeo.
I dati del report Casaleggio Associati riporta percentuali chiare sulla distribuzione del fatturato e-commerce in Italia nel 2019. La fetta più grossa pari al 42,7% del fatturato è costituita dal settore tempo libero con una crescita rispetto all’anno precedente del 21%. Segue il turismo (25,6%), un settore chiave e abbastanza maturo per l’e-commerce italiano che registra una crescita del 7%. Il fatturato generato dai centri commerciali online è del 15,5% con un tasso di crescita del 25%. Gli altri settori raggiungono percentuali più basse del 5%. Complessivamente rappresentano il 16,2% del fatturato. Tutti questi settori presentano comunque dati in crescita. Il settore salute e bellezza cresce del 27%, casa e arredamento del 25%, l’alimentare del 19% spinto dal food delivery e dal largo consumo, moda del 16%, assicurazioni del 4%. L’editoria cresce del 11% e rappresenta l’1,8% del totale del fatturato e-commerce 2020 in Italia. Oggi un libro su quattro viene venduto online.
I primi mesi del 2020 sono stati segnati dalla comparsa del coronavirus anche in Italia e dalle misure restrittive di lockdown. Inizialmente tutti gli e-commerce hanno registrato dei cali nelle visite. Successivamente con lo stabilizzarsi della situazione, i dati e-commerce hanno ricominciato a salire. Inevitabilmente la situazione ha spinto le persone a rivolgersi all’e-commerce instaurando quella che potrebbe diventare una nuova abitudine.
A livello mondiale il 65% delle aziende operanti nel commercio online hanno riscontrato un calo nelle vendite. Il 45% collega la diminuzione a una mancanza di stock, causato dal blocco in Cina. Solo il 35% dichiara un aumento grazie a un numero maggiore di clienti. Il 60% delle aziende ha indicato di avere riscontrato ritardi nelle consegne, in forma ridotta addirittura l’impossibilità di consegna o un aumento dei costi. Tra i settori che hanno risentito positivamente del lockdown si annovera il settore alimentare, farmaceutico e quello legato all’entertainment, in particolare per ciò che riguarda le piattaforme streaming.
Il lockdown in Italia ha costretto molte persone a utilizzare servizi online e ad avvicinarsi all’e-commerce instaurando in cambio di abitudini. Il 31% degli italiani ha dichiarato che si rivolgerà all’e-commerce anche per quei prodotti che prima acquistava offline. Nel mese di marzo si è registrato un aumento del 60%, con un aumento del 72% rispetto alla norma sull’uso dello smartphone. La grande distribuzione ha registrato un aumento del 250%. Un grosso calo è registrato per tutto quello che è legato al mondo del turismo, aerolinee, trasporti, hotel, noleggio auto, eventi, retail. La situazione coronavirus ha impattato enormemente l’economia: i negozi fisici si sono trovati senza introiti, mentre i negozi online stanno fronteggiando un aumento della domanda che sta portando a un moltiplicamento dell’intera filiera per fronteggiare la richiesta in crescita.
Scopri sfide e opportunità dell’e-commerce ai tempi del coronavirus
Nonostante i dati in aumento e una fetta maggiore di utenti che si rivolgono all’e-commerce piuttosto che ai negozi offline, gli operatori e-commerce non segnalano andamenti positivi. In un’indagine condotta a metà marzo 58 operatori di diversi settori merceologici hanno dichiarato di non aver visto un miglioramento dei propri affari. Il 54% degli intervistati ha visto calare il proprio fatturato, mentre solo il 21% lo ha incrementato. Tra le varie problematiche citate per portare avanti la propria attività anche nella situazione di crisi coronavirus, gli operatori hanno segnalato la gestione dello smart working e il servizio di assistenza clienti tramite VPN e cloud e un settore logistico non in grado di fronteggiare sempre la situazione. Diversi operatori si sono trovati in difficoltà nel gestire gli ordini online e hanno inserito slot di consegna. Le spedizioni sono diventare a volte un vero e proprio problema, dal momento che in alcuni comuni non è stato possibile effettuare consegne per la chiusura delle filiali dei corrieri.
Per il mese di marzo 2020 i dati generali relativi all’e-commerce in Italia sono positivi con una crescita in diversi settori quali alimentare, grande distribuzione, salute e bellezza ed editoria, quest’ultimo trainato dai servizi di streaming. I centri commerciali online che ottengono il 15,5% dello share hanno registrato un aumento del 25% rispetto lo scorso anno. Cambiano le abitudini dovute al covid-19, cambiano anche le necessità degli acquirenti: più entertainment online, più attrezzature da ufficio in casa, più attrezzi per fare sport indoor. Il forte calo del settore turismo avrà un impatto anche sul mondo dell’advertisement, dal momento che le aziende di questo settore non spenderanno in pubblicità online con aziende come Google.
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Ciao,
mi potresti dire le fonti dei tuoi dati?
In particolare di questo: "31% degli italiani ha dichiarato che si rivolgerà all’e-commerce anche per quei prodotti che prima acquistava offline".
Grazie!
Ciao Pierluigi, come indicato nel nostro articolo, i dati provengono dal report "E-commerce in Italia 2020" realizzato da Casaleggio Associati. Puoi scaricare il report cliccando nel link presente nell'introduzione dell'articolo. Al paragrafo "Propensione all’acquisto online" a pagina 15 trovi il dato che ci hai chiesto. Grazie e alla prossima!