Siamo ormai abituati a svolgere diverse attività senza notare la presenza dell’intelligenza artificiale. I nostri feed sui social o gli e-commerce sono gestiti tramite algoritmi intelligenti capaci di proporci e personalizzare i contenuti a noi più affini o per noi più interessanti. Oggi l’intelligenza artificiale è anche in grado di raccogliere e analizzare dati e redigere un articolo. Fantascienza? No, questa tecnologia viene già utilizzata da media specializzati nelle informazioni, consentendo loro di produrre un gran numero di articoli, distribuirli in modo massiccio e risparmiare denaro. Scopriamo come funziona il giornalismo automatizzato, i suoi punti di forza, le limitazioni e le prospettive future nel campo del giornalismo.
Giornalista: professionista del settore dell’informazione. Scopre, esamina, scegliere e redige notizie per diffonderle tramite i suoi canali stampa. Qualità? Essere umano. Una caratteristica non da poco quando ai giorni nostri bisogna fare il confronto con i nuovi arrivati. È di fine maggio 2020 la notizia del Seattle Times, secondo la quale MSN, il portale di news di Microsoft, avrebbe licenziato 50 dipendente addetti sostituiti dall’intelligenza artificiale. I giornalisti robot, software basati sull’intelligenza artificiale, sono in grado di creare automaticamente contenuti, programmare, interpretare, organizzare e presentare dati in modo leggibile agli uomini. Il giornalismo algoritmico, come viene chiamato in alcune pubblicazioni scientifiche, viene già implementato da prominenti nomi del settore come Forbes, The New York Times o Los Angeles Times.
Come riportato nell’articolo Robots vs Journalists It’s happening di Thomas Baekdal, un ricercatore dell’Università svedese di Karlstad ha condotto un esperimento chiedendo a degli studenti di valutare notizie scritte da giornalisti e dall’algoritmo. I risultati sono chiari: gli studenti non sono stati in grado di identificare l’autore. L’unica piccola differenza è che gli articoli scritti dai giornalisti hanno dato l’impressione di essere scritti meglio nonostante siano meno utili, informativi e affidabili.
Il giornalismo automatizzato si basa su algoritmi che scansionano un’ampia rete di dati e generano un vero e proprio articolo utilizzando strutture già preimpostate. Si occupano quindi di inserire nomi, luoghi, quantità, statistiche, classifiche o altri elementi relativi al tema specifico.
Nonostante siamo ancora agli albori per un utilizzo su vasta scala, l’intelligenza artificiale è abbastanza matura per essere applicata a contenuti che non richiedono una particolare analisi e senso critico.
Il suo utilizzo si sposa perfettamente per articoli su competizioni sportive, elezioni, incontri, meteo. Temi che forniscono informazioni fattuali e dati senza dover inserire un’analisi o un commento. Il giornalista robot si occupa della creazione dell’articolo, ma anche dell’impaginazione e di mandarlo online. Il contenuto può essere poi condiviso sui canali social e altri siti. Un’altra possibilità abbraccia giornalismo e traduzione automatizzata. Il robot giornalista può selezionare e tradurre articoli o informazioni da testate estere fornendo così una copertura di fatti interessanti su scala internazionale.
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L’uso delle tecnologie, in questo caso di potenti algoritmi su cui si base l’intelligenza artificiale, presenta per le testate giornalistiche e d’informazione uno strumento da cui trarre dei benefici. Analizziamo dunque i possibili vantaggi dell’utilizzo di giornalisti robot.
Una macchina è in grado di lavorare ad alta velocità generando un articolo in un istante. Può dunque produrre un alto volume di articoli in brevissimo tempo. Con le giuste impostazioni, la produzione sarà rapida ed efficace e permetterà di personalizzare in qualche modo il contenuto selezionando ad esempio una regione target o lo sport di cui si vuole parlare.
Per quanto se ne pensi, il robot giornalista è in grado di generare articoli di qualità. Il suo lavoro si basa su un numero di fonti possibilmente molto ampio che permette di includere tutte le informazioni presenti sul web. L’uso corretto della grammatica e dell’ortografia è assicurato, oltre a un uso corretto delle parole chiavi e dell’impaginazione lato SEO per la massima copertura in rete.
L’uso dell’intelligenza artificiale nel giornalismo libera i giornalisti da attività ripetitive e consente di gestire meglio il tempo di lavoro. Il giornalista non dovrà lavorare a notizie per riportare fatti o descrivere dati, ma può concentrarsi sulla produzione di articoli che forniscano analisi reali.
La produzione di notizie e contenuti editoriali continua a essere a scopo di lucro per le testate giornalistiche, che sono allo stesso tempo alla disperata ricerca di sempre nuovi contenuti che soddisfino la loro audience, nonché di modalità per ridurre i costi. L’uso della tecnologia per redigere e pubblicare in automatico notizie con dati è dunque uno strumento che può rivelarsi vantaggioso se sfruttato con buon senso. I contenuti potranno essere prodotti velocemente ed essere monetizzati. Un aspetto considerevole dal momento che le testate vivono oggi di introiti pubblicitari.
Abbiamo delineato i vantaggi apportati dall’IA nel generare articoli come velocità, ampio confronto delle fonti, correttezza grammaticale e ortografica, nonché maggiore libertà per i giornalisti. Ciononostante, com’è facile immaginare, ci sono anche diversi limiti che l’intelligenza artificiale non riesce a superare. Una macchina non potrà leggere le notizie con occhio critico, motivo per cui non può essere applicata per argomenti per la quale non sono disponibili dati strutturati o quando le informazioni sono poco chiare.
La velocità di diffusione lo renderebbe uno strumento di diffusione di fake news e di brutte figure per le aziende. Come è successo a Microsoft con un articolo automatizzato caduto nel razzismo o alla BBC che ha usato la foto del giocatore di basket LeBron nel parlare della morte del collega Kobe Bryant.
I contenuti generati automaticamente inoltre non contribuiscono all’identità della testata se non si riesce a creare un algoritmo che segua le linee editoriali. In generale, gli articoli prodotti dai giornalisti robot possono essere applicati solo per informazioni “fattuali” e quindi molto semplici. Non possono spiegare trend e fenomeni o adempiere ad alcuni compiti come orientare o formare l’opinione pubblica.
L’applicazione dell’intelligenza artificiale ha sempre prodotto un certo livello di scetticismo, in ogni campo. Il robot non viene visto come una risorsa per migliorare il lavoro umano ma più come un pericolo per la professione e i posti di lavoro. Naturalmente i contenuti prodotti dall’intelligenza artificiale si differenziano da quelli prodotti dai giornalisti.
I lettori sapranno cosa e come leggere: se quello che voglio è sapere il risultato di una partita di calcio o aggiornarsi sui risultati delle elezioni potranno leggere un contenuto generato dall’intelligenza artificiale che presenta dati e fatti. Se invece desiderano un’analisi sul ruolo della squadra o un commento sulla situazione politica di un Paese, troveranno un articolo scritto da un giornalista. I giornalisti robot non sono in grado di analizzare e quindi il ruolo dei giornalisti rimarrà centrale anche nel coordinare il lavoro delle macchine.
Se la stampa offline perde terreno diventando un prodotto di nicchia, i media online sono in grado di adattarsi alle nuove tecnologie e ai trend di oggi. Il giornalismo automatizzato presenta diversi vantaggi, ma abbiamo sottolineato le forti limitazioni tecnologiche affinché ci sia un’applicazione a larga scala nel settore. Resta il fatto che il mondo del giornalismo con la digitalizzazione e l’entrata in scena dell’intelligenza artificiale è di fronte a una nuova sfida che inevitabilmente cambierà in parte il ruolo del giornalista.
Nonostante i costi elevati per applicare l’intelligenza artificiale all’interno di un’azienda, lo strumento si rivela redditizio a lungo termine: può creare notizie velocemente in più lingue e raggiungere nuovi mercati.
Il mercato del giornalismo automatizzato rimane oggi relativamente ristretto, ma è probabile una maggiore espansione in un futuro non troppo lontano. Come sta già succedendo in molte altri settori, anche i giornalisti dovranno fare leva su quelle capacità creative e analitiche che gli algoritmi non possono avere.
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