L’indagine statistico/sociologica dal titolo “Orientamento e percezione del digitale e dei nomi a dominio” commissionata da Registro.it ha analizzato in Italia un campione di 1.400 giovani (1.000 tra i 19 e i 25, i rimanenti tra i 16 ed i 18 anni). La ricerca è stata condotta da Monica Nardis del Centro Statistica Aziendale con l’obiettivo di indagare le conoscenze e le esperienze dei Millennial sul mondo dei domini, conoscere la loro percezione in materia di sicurezza informatica, diritti, doveri e privacy sul web, nonché analizzare come essi si relazionano con le informazioni reperibili in rete e sui social. I giovani si identificano come nativi digitali e si rivelano consapevoli delle dinamiche Internet.
Il 74% degli intervistati ha dichiarato di sapere cos’è un dominio Internet. La metà si dichiara propenso alla registrazione di un dominio Internet per la propria vita lavorativa. Sono i più giovani a mostrarsi più vicini all’ipotesi di registrare un dominio per la propria vita professionale o per farsi conoscere (79% contro il 75% del target 19-25 anni). Per registrare un dominio Internet ad oggi bisogna essere maggiorenni. In generale i giovani si dichiarano in prevalenza poco favorevoli all’abbassamento dell’età per la registrazione (il 56% è tra per niente e non molto favorevole) contro il target dei più giovani (16-18 anni) che si dichiarano più favorevoli all’abbassamento di questa soglia ai 16 anni (favorevole 59%).
Per i giovani le informazioni su Internet sono molto più attendibili: il web viene visto come pluralista. Gli intervistati si informano sempre (27%) o comunque spesso (47%) prevalentemente su Internet (42%) e sui social network (35%). Tra i mezzi meno utilizzati dai giovani ci radio (6%) e stampa cartacea (5%). I giovani prevedono che tra 10 anni Internet sarà un mezzo di informazione (48%) ancora più di oggi. La scelta di utilizzare Internet è motivata da convinzione solide che vedono il web come il miglior canale in assoluto sotto diverse punti di vista. Secondo il gruppo target analizzato infatti Internet risolta al primo posto sopra ogni altra fonte di informazioni per fattori quali attendibilità, completezza, indipendenza, qualità e pluralismo.
La quasi totalità dei giovani (97%) nel corso del 2019 si è trovato davanti notizie su Internet o sui social network poi rivelatesi false. Il 37% ha dichiarato di aver letto spesso una notizia falsa, mentre il 44% solo qualche volta, ma non ha mai (68%) condiviso o pubblicato (81%) fake news. Alla scoperta che una notizia era in realtà fake i giovani hanno fornito risposte molto diverse: il 50% non ha mai segnalato il post, il 40% non ha rimosso il post. Insomma, i giovani non condividono fake news e prevale un atteggiamento perlopiù passivo alla scoperta di una notizia falsa dal momento che non la eliminano né la segnalano. I giovani si rivelano molto sicuri e dichiarano che le fake news influenzano poco (34%) o per niente (31%) le opinioni personali. Si rivelano invece molto più preoccupati per l’influenza che possono avere sui propri familiari (43%) e nell’opinione pubblica generale (54%).
In quanto a comportamento, abitudini e scelte, i giovani si considerano nativi digitali (8 su 10). Gli aspetti che influenzano per la maggiore la vita dei giovani in Italia sono legati all’informazione (95%), alla comunicazione (90%) e al tempo libero in casa (73%). La percezione è un’influenza prevalentemente positiva anche per ciò che riguarda l’istruzione (90%). Gli intervistati vedono nel web la possibilità d’informazione continua (35%) e una semplificazione e miglioramento della quotidianità (34%).
Vengono identificati anche degli svantaggi quali la dipendenza (33%), seguita dai possibili rischi legati alla violazione della privacy (30%) e alla sedentarietà (24%). Nel loro futuro, i giovani immaginano di vivere in una casa domotica (66%), di guidare un’auto a guida automatica e di comunicare quasi esclusivamente tramite chat/messaggistica più che a voce (59%) informandosi esclusivamente o quasi su internet (81%).
Solo una bassissima percentuale dichiara di leggere spesso le informative sulla privacy sui siti Internet e per l’utilizzo di social network e app. In termini di completezza, comprensibilità e coerenza, il giudizio sulla informativa sulla privacy è di poco superiore alla sufficienza (6,6 su 10). Una valutazione che cambia di poco in funzione all’età, istruzione e residenza. I giovani utenti sono disposti a cedere ad aziende private dati in fatto di moda (37%), viaggi (23%) e abitudini alimentari (20%). Il numero di cellulare viene visto come un fattore critico difficilmente contrattabile (4%).
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