In occasione di Smau Milano 2017, sono stati presentati i dati scaturiti dal secondo Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano promosso da Assolombarda, Italia Startup e Smau in collaborazione con Cerved Group e BTO Research. Il fenomeno Open Innovation in Italia coinvolge 2.154 startup innovative e quasi 7.000 imprese.
Ben 250 fra le startup più promettenti del territorio nazionale erano presenti alla 54° edizione di Smau, l’evento italiano dedicato all’innovazione. Già da tempo Smau, ha sposato il modello dell’Open Innovation, credendo fermamente che nell’incontro tra il mondo corporate e quello delle startup crei numerose opportunità di crescita. In Italia sono 2.154 le startup innovative partecipate da almeno un corporate e 6.727 gli investitori in Corporate Venture Capital.
Il Secondo Osservatorio sui modelli italiani di Open Innovation e di Corporate Venture Capital si è posto tre obiettivi principali: delineare il fenomeno Open Innovation in Italia; individuare e dare visibilità a modelli di successo di Open Innovation replicabili e divulgare i risultati dell’Osservatorio e i casi di successo. Il rapporto, che ha messo a confronto le performance delle startup partecipate da fondi di investimento con quelle delle startup partecipare da imprese, ha evidenziato come le startup con partecipazioni corporate presentino un minor rischio di fallimento e un fatturato più elevato. Le startup partecipate dalle corporate presentano un tasso di crescita maggiore rispetto a quelle partecipate da fondi di investimento. Inoltre, tra 2015 e 2016 nel 77% dei casi, si è avuto un aumento nel fatturato. I dati in positivo non riguardano solo la crescita, ma anche il tasso di fallimento, il quale è decisamente inferiore: nel 2015 solo il 4,1% è uscito dal mercato, a confronto di un 16% di startup partecipate da un investitore specializzato.
A beneficiare di questa nuovo modello non sono solo le startup ma anche le aziende che decidono di investire nell’ecosistema dell’innovazione imprenditoriale. Piacevolmente sorprendenti sono i risultati delle PMI che tra 2015 e 2016 hanno ottenuto un +13,2% in valore aggiunto contro il 4,1% di chi non ha investito. In particolar modo, è interessante notare il numero di piccole imprese, +45% in un anno, che hanno investito in startup, sdoganando l’idea che il Corporate Venture Capital sia uno strumento appannaggio delle grandi imprese. Dati in rialzo si registrano non solo per le PMI, ma per tutte le aziende che hanno investito in una startup innovativa (+31%). Gli investitori in Corporate Venture Capital sono nel capitale del 22,9% delle startup innovative iscritte al Registro delle Imprese, mentre gli investitori specializzati partecipano in 417 startup pari al 8,6%. Dal rapporto emerge come il fenomeno dell’Open Innovation in Italia investa trasversalmente tutto il territorio italiano superando i settori tradizionali: il 56% delle aziende investe in una startup fuori dalla propria regione, mentre il 95% sceglie startup di settori dal proprio.
“Il Corporate Venture Capital – spiega Pierantonio Macola, Presidente Smau – è già una realtà nel nostro Paese. Le imprese hanno ormai la consapevolezza che innovare da soli non conviene più e in mille modi diversi stanno sperimentando le opportunità che nascono dall’Open Innovation. Un “fermento” che percorre le imprese di tutte le classi dimensionali e di quasi tutti i settori, su cui a Smau abbiamo voluto accendere i riflettori, non solo attraverso la presentazione del rapporto, ma anche con la condivisione di esperienze davvero significative che vanno in questa direzione”.
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