L’ecosistema startup è vario e oggi grazie al suo forte impatto innovativo rappresenta un contributo alle economie e all’occupazione. In questo scenario, le scaleup sono definite come le aziende tecnologiche che hanno dimostrato profittabilità e scalabilità raccogliendo oltre un milione di capitali. Grazie ai dati del “Tech Scaleup Italy: Report 2020” realizzato da Mind The Bridge con il supporto di AWS è stato possibile misurare e analizzare non solo dati relativi al capitale, ma possiamo delineare un quadro chiaro e accurato dell’ecosistema delle scaleup italiane nel 2020.
Stando a quando riportato nel report, a dicembre 2019, l’Italia ospita 228 società tecnologiche mature in grado di raccogliere 2,3 miliardi di dollari in capitale (equity). Le entrate generate sono state pari a circa 2,2 miliardi di dollari (lo 0,08% circa del PIL italiano) e hanno dato lavoro a circa 13.000 dipendenti (0,06% dell’occupazione totale). In media, le scaleup italiane sono piccole aziende di circa 25-30 persone con un fatturato annuo di circa 1,6 milioni di euro. Tra di essere circa il 10% sono aziende tecnologiche più grandi con oltre 250 dipendenti e un fatturato pari a diversi milioni.
In media una startup italiana impiega circa 3,4 anni per diventare una scaleup con una forte capacità nell’attrarre capitali. La stragrande maggioranza del capitale (2,4 miliardi pari all’87% del totale) proviene da Venture Capital. In tal senso, un recente trend è il crescente sostegno pubblico all’ecosistema dell’innovazione che ha visto negli ultimi anni circa 86 milioni di dollari in investimenti in scaleup italiane da parte di fondi VC sostenuti pubblicamente. Nel 2020 una scaleup su cinque ha raccolto fondi nei primi trimestri, mostrano un segno di dinamismo all’interno dell’ecosistema.
Per quanto riguarda la posizione geografica, Milano domina la scena con 120 scaleup (45% del totale) con sede nel capoluogo lombardo. Al secondo posto Roma con 22 scaleup. Altri hub emergenti sono Cagliari e Napoli (8 scaleup ciascuna), seguite da Torino (7), Firenze (6), Pisa (5) e Bologna (5).
L’Europa che da anni vedeva una lenta ma progressiva crescita sta ora affrontando la crisi sanitaria scatenata dalla diffusione su scala mondiale del nuovo coronavirus. I primi dati presentano una tendenza al ribasso sia in termini di scaleup che di capitale raccolto in uno scenario che prevede un calo del PIL europeo al meno 7-12%.
Classificando i Paesi in base al numero totale di scaleup tecnologiche e relativi finanziamenti (dati fino al 31 dicembre 2019), il report ha creato il Tech Scaleup Country Index per fornire una fotografia dei principali ecosistemi europei. Com’era naturalmente prevedibile le performance nel Vecchio continente differiscono da regione a regione con un totale di 8.396 scaleup. Una buona parte concentrata nelle isole britanniche e nell’Europa continentale e una certa sottocapitalizzazione nell’Europa meridionale e orientale: in media presentano una quota di capitale raccolto inferiore al numero di imprese.
L’Italia ospita il 2,7% del numero totale di scaleup europee e ha attratto circa l’1,4% del capitale complessivo. L’Italia al decimo posto dell’Index presenta ancora un significativo divario rispetto ad altri paesi europei più performanti sia in termini di popolazione che di dimensione economica. Basti pensare che Paesi come Francia e Germania ospitano da 3 a 5 volte il numero di scaleup italiane.
A settembre 2020 in Italia è stato possibile registrare una crescita annuale del +14,5% su 261 scaleup. In termini di capitale, le scaleup italiane hanno raccolto un totale di 2,7 miliardi di dollari pari a circa l’1,4% del totale europeo e dello 0,1% del PIL nazionale. Anche qui l’Italia mostra dati sotto la media europea dello 0,73% e dei suoi vicini dell’Europa meridionale con Spagna che investe lo 0,35% del PIL, il Portogallo lo 0,25% e la Grecia 0,13%. Il divario con i principali Paesi europei è ancora molto, forse troppo, ampio (0,58% in Germania, 0,62% in Francia, 1,97% nel Regno Unito).
Prima del 2021, in Italia non esisteva ancor una scena scaleup. L’ecosistema italiano è cresciuto progressivamente “producendo” circa 26 nuove scaleup all’anno con un picco di 38 registrato nel 2016. Conseguentemente è stato possibile registrare una crescita anche in termini di capitale raccolto, quadruplicato negli ultimi anni.
Nonostante la pandemia da Covid-19 stia stravolgendo il tessuto economico, i dati del terzo trimestre del 2020 sono piuttosto incoraggianti. I primi tre trimestri, inoltre, mostrano dati piuttosto prolifici: 33 nuove scaleup si sono aggiunte al panorama nazionale dell’innovazione apportando 375 miliardi di dollari di nuovo capitale. Secondo le stime del report, l’Italia dovrebbe chiudere il 2020 con 680 miliardi di dollari in nuovi finanziamenti e circa 48 nuove scaleup.
Le scaleup italiane sembrano mostrare un alto tasso di crescita e ciò anche in un periodo non del tutto roseo per l’economia come quello attuale segnato dalla pandemia. Infatti, sulla base delle analisi del report, circa il 60% delle scaleup italiane ha visto un aumento sia dei ricavi che dell’occupazione nonostante la crisi. La scena tecnologia italiana nel 2020 ha visto l’entrata in scena di 50 nuove scaleup. Un aumento del 20% in un Paese dove il PIL invece scende di circa il 9%.
Insomma, un anno con numeri da record e ciò nonostante la pandemia che non sembra aver avuto un impatto particolarmente negativo sull’ecosistema scaleup italiano, il quale ha invece colpito maggiormente i segmenti seed e gli early stage. Sembra che la pandemia abbia colpito maggiormente le entrate, rallentando il più delle volte la crescita. Ciò mostra come le aziende in fase di scaleup sono più solide e in grado di assorbire i “colpi”.
Nonostante l’Italia possa essere considerato uno dei principali Paesi in Europa in termini di popolazione ed economia, molti dati lo fanno scendere gli ultimi posti. Se si guarda a due indicatori analizzati dal report per mettere a confronto il capitale investito in scaleup al PIL e confrontando la popolazione di un Paese e la presenza di scaleup, la situazione dell’ecosistema scaleup tecnologico italiano rimane piuttosto basso. Si posiziona difatti nella parte in basso a sinistra tra i paesi ancora relativamente in ritardo rispetto alla media europea.
Negli ultimi anni, tuttavia, c’è stata una progressiva crescita anno su anno che fa pensare a una possibile miglioramento futuro. La Legge di Bilancio 2019 varata dal Governo prevede un Fondo Nazionale Innovazione (FNI) di circa 1 miliardo di euro con l’obiettivo di riunire e moltiplicare risorse sia pubbliche che private dedicate al tema strategico dell’innovazione, attraverso lo strumento del Venture Capital. La speranza è dunque che questo strumento possa proiettare in tempi brevi l’Italia tra i primi Paesi nel campo dell’innovazione in Europa.
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