In un’epoca in cui l’attenzione nei confronti del tema della sostenibilità ambientale è particolarmente forte, molte persone hanno rivisto la propria quotidianità, optando per scelte più consapevoli e meno inquinanti, come ridurre l’utilizzo di plastica o preferire soluzioni a consumo altamente efficiente. I consumi energetici, infatti, rappresentano una delle voci più significative in termini di impatto ambientale e ridurli è fondamentale per adottare uno stile di vita più sostenibile. Vediamo qual è il consumo di risorse legato a Internet e come anche il tuo sito può contribuire alla salute del pianeta.
Consumare energia non vuol dire però solo accendere la luce o avviare gli elettrodomestici, ma anche navigare in Internet. Secondo quanto riportato da Focus, inviare un’e-mail comporta l’immissione di 4 gr di CO2 nell’ambiente, inserire una query di ricerca sul web ne costa 7, mentre la semplice navigazione sul web comporta un dispendio di 0,02 grammi di CO2 al secondo.
La causa è da ricercarsi nei combustibili fossili necessari a produrre l’energia elettrica che occorre per il web e, in particolare, per i data center, vere e proprie fucine di consumo energetico. A finire sotto accusa, colossi come Facebook, Google, Amazon, Apple e Microsoft, i cui servizi hanno un impatto ecologico non indifferente.
Non siamo abituati a pensare a Internet come un fattore inquinante per il semplice fatto che si tratta di un “soggetto” virtuale. Del resto, l’impatto ambientale del web si misura soprattutto in termini di consumi elettrici: le antenne dei telefoni cellulari, i data center e i server sono tutti elementi che comportano un grande dispendio energetico. Secondo le stime del CCCBLAB, il 70% delle 400 mila antenne telefoniche presenti in India si alimenta attraverso fonti di elettricità poco affidabili. E non si tratta solo di un problema dei Paesi in via di sviluppo: anche in Occidente, infatti, si ricorre a generatori diesel per alimentare i data center in caso di interruzioni di corrente elettrica.
Rispetto ai data center, in particolare, vale la pena aprire una parentesi, utile per rendersi conto dell’impatto che queste strutture hanno sull’ambiente. Per esempio, Facebook ha costruito qualche anno fa un data center in Oregon che consuma circa 78 megawatt di elettricità, pari ai consumi di 64mila abitazioni. Ciononostante, secondo gli esperti, i data center rappresentano comunque un modo per arginare l’inquinamento da internet, dal momento che la centralizzazione dei server in un unico luogo permette di minimizzare l’uso dell’elettricità. I data center, però, potrebbero essere ancora più efficienti se si adottassero misure ad hoc per migliorarne l’efficienza energetica e per utilizzare fonti di energia rinnovabile.
Google, Microsoft, Facebook e Apple sono certamente tra i grandi “inquinatori” di Internet. Però qualcosa hanno fatto per cercare di arginare il problema. Negli ultimi anni, Apple ha implementato le fonti di energia rinnovabile, costruendo anche nuovi impianti per l’alimentazione dei server che funzionano con un mix di energia solare, eolica e geotermica. Nella stessa direzione si è mosso anche Facebook: nello Stato dell’Iowa, per esempio, è stato inaugurato 6 anni fa un data center alimentato a energia eolica e sono state promosse e diffuse best practices presso dipendenti e partner per il miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture.
Anche Google ha messo in campo numerose iniziative per ridurre l’inquinamento da internet, con l’obiettivo futuro di garantire zero emissioni per il funzionamento dei propri data center.
Internet fa ormai parte della nostra quotidianità ed è impossibile pensare di farne a meno per poter essere più green. Se però è vero che non possiamo cambiare le nostre abitudini per quanto riguarda il web, è altrettanto giusto che sia il web stesso a offrire una soluzione a questo problema. Una delle risposte più valide all’inquinamento da Internet è Tree Nation, un’iniziativa che ha l’obiettivo di incentivare la riforestazione delle aree verdi del pianeta attraverso la realizzazione di siti web CO2 neutrali.
Usare Internet consuma energia, è vero. Ma se le emissioni di CO2 che si immettono nell’atmosfera navigando in rete si recuperano piantando nuovi alberi, l’impatto della propria attività sul web è pari a zero.
Questa è l’idea alla base di Tree Nation, un’iniziativa nata in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente e con l’associazione Plant for the planet che non solo si impegna attivamente nell’attività di riforestazione, con oltre 7 milioni di alberi piantati in tutto il mondo, ma ha anche un risvolto sociale, grazie all’incentivazione dell’agricoltura sostenibile e di nuove fonti di reddito per le comunità che vivono nei pressi delle piantagioni.
A Tree Nation ha aderito anche Spada Media Group, storica agenzia pubblicitaria alle porte di Milano, inserendo all’interno dei propri servizi dedicati alle aziende la possibilità di creare un sito web CO2 Neutral. Come? Bilanciando il raggiungimento di un determinato volume di emissioni con un nuovo albero. Le emissioni vengono calcolate grazie all’etichetta CO2 Neutral Website label, che viene inserita nel footer del sito del cliente per calcolare il numero di alberi da piantare.
Spada Media Group, grazie all’iniziativa di Tree Nation, sta creando un vero e proprio bosco aziendale, monitorando la crescita degli alberi mediante GPS e ricevendo in tempo reale dati aggiornati circa gli ettari di riforestazione cui ha contribuito, con le relative tonnellate di CO2 assorbite dalle piante. Un ottimo espediente per combattere l’inquinamento da internet senza però rinunciare alla tecnologia, che può essere di ispirazione per altre aziende del settore.
Accanto a iniziative come Tree Nation, che permettono di compensare l’inquinamento ambientale causato da internet attraverso progetti di riforestazione, la tecnologia ha in serbo altre buone notizie, come per esempio il fatto che i principali dispositivi mobili, come smartphone e tablet, sono riciclabili per il 90%, a patto naturalmente che vengano smaltiti nel modo corretto. È dunque molto importante avviare un’opera di sensibilizzazione a tutti i livelli non solo per un utilizzo della tecnologia più razionale e consapevole ma anche sulla possibilità di trovare nuovi modi per ridurre l’impatto ambientale dovuto all’utilizzo capillare degli strumenti tecnologici in tutto il mondo.
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