Italia Startup (associazione no profit che rappresenta l’ecosistema delle startup italiane) ha svolto lo scorso giugno 2015 un’indagine dal titolo “La voce delle startup” #ISvoice coinvolgendo oltre 400 realtà italiane, al fine di delineare le caratteristiche principali del founder tipico di un’impresa innovativa nel nostro Paese.
Come descritto nell’articolo che vi suggeriamo di leggere qui, dalla ricerca emerge che il tipico founder italiano di startup ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni, mentre gli under 30 e gli over 50 tendono a equipararsi numericamente: una caratteristica che evidenza come l’imprenditore tipico, prima di fondare un’impresa innovativa, sia già stato impegnato per anni a livello professionale.
Per quanto riguarda il livello di formazione dei founder emerso dalla ricerca, si evince che il 35,5% dei nuovi imprenditori ha concluso un lungo percorso di studi conseguendo una laurea di secondo livello. Il 32,9% ha conseguito anche un master di specializzazione ed è presente anche una nicchia del 5,2% che ha conseguito un dottorato. Un aspetto, questo, particolarmente interessante se si pensa che lo stereotipo comune dipinge il tipico startupper molto giovane, sicuramente geniale, ma senza una corposa esperienza a livello aziendale e una solida e adeguata preparazione accademica. La solida formazione del founder italiano, invece, emerge anche dal fatto che circa un terzo delle startup dedica alla formazione interna dei propri dipendenti un periodo più lungo di 40 ore a persona.
Infine, la ricerca pone l’accento sulle attività principali delle startup italiane. Il 47,2% di esse svolge attività legate al B2B, mentre il 34,8% si dedica ad attività di B2B2C: un dato, questo, che evidenzia un approccio al miglioramento del settore nel quale gli startupper hanno operato nel corso della loro vita professionale.
Concludendo, riportiamo quanto scrive Enrico Gallorini, consigliere di Italia Startup e autore della ricerca, che invita a rivedere lo stereotipo della startup: “I dati sono chiari: in un sistema complesso e mutevole come quello in cui ci muoviamo, le persone, le organizzazioni e le aziende italiane hanno sempre più bisogno di partire da una preparazione e professionalità estremamente elevate, e continuare a investire in aggiornamento e formazione per generare e garantire valore”.
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