Lo scorso luglio l’Agenzia delle Entrate ha annunciato una piccola rivoluzione social. Da quest’estate, infatti, l’istituzione è su Facebook e fornisce risposte ai quesiti degli utenti direttamente tramite chat. Se il canone TV è il primo argomento sul quale l’Agenzia ha inaugurato questa nuova forma di dialogo diretto con il cittadino, l’intento sembra quello di ampliare al più presto il servizio a tutte le questioni fiscali di maggior rilievo (si presume sia per il cittadino che per i professionisti e le piccole imprese italiane, alle prese spesso con una burocrazia poco dinamica).
L’obiettivo dichiarato dall’Agenzia delle Entrate nel comunicato stampa che annunciava a luglio questa rivoluzione, e ripreso dalle principali testate giornalistiche, di “contribuire a cambiare radicalmente il rapporto con i contribuenti”, si allinea totalmente con la tendenza sempre più diffusa anche tra le aziende italiane, di avvalersi delle chatbot basate sull’intelligenza artificiale per interagire con i propri utenti, rispondendo a richieste in tempo reale e in modo automatico.
Nel caso di Facebook Messenger, ad esempio, i bot sono stati sviluppati proprio per funzionare da intermediari tra azienda e cliente finale, assicurando un supporto automatizzato per le informazioni su prodotti e servizi o l’esplorazione di contenuti. Dubbi risolti in pochi click, nessun dato personale per ottenere risposte, diversamente da quanto accade quando si utilizzano gli altri canali di supporto agli utenti. Risposte e contenuti concretamente utili e di valore, sono le caratteristiche che descrivono principalmente questi nuovi strumenti che funzionano proprio come facilitatori nella relazione tra le istituzioni e le aziende e i propri interlocutori.
Se pensiamo che Facebook è la piattaforma social più utilizzata in Italia con 23 milioni di utenti che si collegano almeno una volta al giorno, non possiamo che prevedere un enorme vantaggio per tutti gli interlocutori, anche aziende quindi.
Tramite la chat dell’Agenzia delle Entrate, ad esempio, si potrà ottenere l’indicazione sullo strumento migliore da utilizzare per mettersi in regola, senza alcun rischio sul fatto che la richiesta di informazioni possa essere considerata come una sorta di autodenuncia di evasione – e questo non è dettaglio da sottovalutare!