Content marketing vs SEO: come distinguerli e come usarli

La frase del titolo suonerà forse scontata agli addetti ai lavori, eppure questi due concetti vengono spesso confusi da chi gestisce un’azienda e si trova suo malgrado a occuparsi della presenza aziendale sul web e sui social, quando magari il suo core business riguarda tutt’altro.

È necessario chiarire le principali differenze fra il content marketing e la SEO, perché spesso si cade nell’errore di creare grandi quantità di ottimi contenuti senza ottenere un ranking adeguato dando per scontato che la buona qualità dei contenuti “automatizzi” la SEO.

Un interessante libro pubblicato dall’esperto di SEO David Hood, dal titolo “SEO Myths and Half Truths: Slice through the veil of misinformation to uncover the secrets of SEO profits” definisce ad esempio i due argomenti così: “Content Marketing è creare contenuti che vengono condivisi perché alla gente piacciono. Contenuti che vengono creati naturalmente con l’obiettivo di convincere l’utente a fare un’azione profittevole per l’autore”.

La SEO, invece, è definita come disciplina di marketing focalizzata sull’aumento della visibilità “organica” (non a pagamento) nei motori di ricerca.

In pratica, affinché i contenuti siano condivisi, è necessario che essi siano visibili sui motori di ricerca e, per ottenere questo, si devono seguire alcune regole base, che necessitano di essere trattate a parte rispetto ai contenuti.

Il content marketing in sé è utilissimo per chi ha come core business quello di produrre contenuti, ossia ad esempio editori, giornalisti, blogger… per creare in modalità SEO friendly, ma senza il bisogno di essere esperti di SEO. Essi piuttosto devono conoscere bene i social network, che sono il loro canale privilegiato per creare engagement.

Per tutte le altre aziende, invece, il content marketing è costoso e lento a produrre risultati, visto che probabilmente i contenuti andranno prodotti esternamente e si dovrà poi spingerli per farli conoscere. Ma se si sceglie di applicare regole SEO ai propri contenuti, i risultati arrivano: basta seguire le regole giuste e non fidarsi di quelle mezze verità che girano nell’ambiente.

Il libro di D. Hood indica 7 regole base che influenzano il ranking di Google e sono quelle che davvero vanno seguite. Tra le principali elenchiamo: approfondita ricerca e pianificazione delle paroli chiave, strutturazione corretta del sito in base alle parole chiave e ai contenuti, titoli e URL delle singole pagine scelte accuratamente (altri aspetti contano molto meno).

Il punto focale rimane comunque l’engagement: se gli utenti rimangono sufficientemente a lungo sui contenuti e li condividono, è più facile ottenere buoni risultati di SEO pur commettendo errore. È quindi su questo punto che suggeriamo alle aziende di concentrarsi!

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