L’industria dei domini comprende organizzazioni e aziende in tutto il mondo, ma soprattutto è composta da professionisti che come noi del registro .SRL investono le proprie energie per rendere questo settore così funzionale. Abbiamo avuto il piacere di incontrare Michaela Cruden, nata e cresciuta in Nuova Zelanda, oggi di casa a Berlino, dove ricopre il ruolo di Senior Director of Business Development Europe per Afilias e per il registro dei domini .INFO, .MOBI e .PRO. Abbiamo posto a Michaela qualche domanda sul mondo dei domini, sul ruolo dei registri e sull’impatto della pandemia sul suo lavoro. Non perderti la nostra chiacchierata!
Come sei approdata nell’industria dei domini?
Come la maggior parte delle persone che conosco nel settore, ci sono capitata per caso. Ho mosso i primi passi svolgendo compiti amministrativi per un registrar in Nuova Zelanda. A quel tempo scrivevo la mia tesi di laurea centrata sulle relazioni internazionali e le politiche regionali, lontano dal settore tech. Dopo la laurea mi è stato offerto un ruolo full time per un registro di un TLD. Col tempo mi sono appassionata e ho trovato un filo conduttore tra le strutture politiche che avevo studiato e il mondo delle policy di Internet e dei domini nazionali. In particolar modo, mi incuriosiva il concetto della comunità ICANN come una sorta di “Nazioni Unite di Internet” che costruisce un consenso internazionale. Sono forte questi gli aspetti che mi hanno poi spinto a voler proseguire in questo settore e capire meglio il ruolo che i domini hanno nel funzionamento di Internet come lo conosciamo oggi.
Qual è la maturità dell’industria dei domini in Europa? E quali sono gli elementi chiave secondo la tua esperienza personale per entrare in questo settore in qualità di registro?
Valutare la maturità del mercato europeo e di ogni paese al suo interno è un argomento enorme! Tuttavia, a grandi linee possiamo dire che negli ultimi dieci anni l’Europa ha assistito a un rallentamento nella crescita e nel volume, ma allo stesso tempo ha avuto un aumento del numero degli attori coinvolti che cercano di farsi strada. Oggi lo scenario è variegato ma molto più competitivo, soprattutto in qualità di registro di un nome di dominio.
E quali sono gli elementi chiave secondo la tua esperienza personale per entrare in questo settore in qualità di registro?
Negli ultimi anni ho notato in particolar modo che per avere successo è necessaria una forte strategia e una stretta collaborazione tra registro e registrar. Un semplice sconto non è più sufficiente per suscitare interesse.
Secondo me, gli elementi fondamentali necessari oggi per avere un impatto come registro sono
- conoscere a fondo il proprio TLD
- sapere a chi è destinato
- Trovare un modo per presentarlo alla giusta audience
Non puoi più fare affidamento solamente ai registrar. Sei tu in quanto registro a dover generare awareness e interesse.
Anche gli stessi registri dei ccTLD hanno diversificato e ampliato i propri prodotti oltre alla “semplice” gestione delle infrastrutture per il loro dominio nazionale. Che si tratti di escrow, anycastDNS o backend tecnico, ultimamente abbiamo visto i ccTLD espandersi oltre i propri confini e offrire servizi di diversa natura. La maturità del mercato negli anni ha portato i registri a dover instaurare un diverso tipo di collaborazioni.
Quali sono secondo te le caratteristiche per un nome di dominio aziendale di successo? Un’azienda dovrebbe registrare più di un dominio?
Tutto ciò che risulta intuitivo e personalizzabile è davvero un asset per qualsiasi attività! Se trovi un dominio che riesce a trasmettere il tuo messaggio in poche parole vale la pena di essere registrato! Anche in questo caso, credo che tutto stia nel capire chi è il proprio pubblico e assicurarsi che il dominio sia utile per quelle persone.
Il tuo domino è parte integrante della tua identità online come azienda, non è solamente un URL. Anni fa i brand e le aziende registravano in modo difensivo con tutte le estensioni possibili. All’epoca era una strategia sensata, ma oggi il numero dei domini è salito alle stelle rendendo questa opzione poco praticabile.
Suggerisco alle aziende di registrare quei domini che realmente identifichino la loro identità, i loro servizi e prodotti.
Hai lavorato sia per registrar che per i registri di domini. Quali sono state le differenze nell’ambiente di lavoro e quali i pro e i contro in base alla tua esperienza professionale?
Entrambi gli ambiti hanno i loro pregi e peculiarità. Secondo la mia esperienza la differenza tra il mondo del registro e del registrar è il ritmo con cui cambiano o possono direzione.
Le attività di registro si muovono più lentamente: c’è il registrar in mezzo che fa da filtro tra te e il mercato. In quanto registro stai spingendo un solo prodotto e non hai un impatto diretto di quello che è il comportamento dell’utente finale. Inoltre, ottenere i diritti di un TLD (tramite round ICANN o acquistando quelli esistenti) è molto più complicato di avviare un registrar. Il registro mira a generare entrate dai domini come prodotto isolato. C’è meno urgenza di innovare con offerte non correlate al prodotto centrale, il dominio.
Eppure in questi anni con l’introduzione di un vasto numero di nuovi gTLD e quindi la maggiore concorrenza, molti registri stanno cercando nuovi modi di generare awareness e proposte di valore al di nuovi dei canali del registrar. Siamo di fronte a un aumento del ritmo di lavoro e a una maggiore presenza nei mercati di riferimento.
Lavorare per un registrar presenta difficoltà diverse. Hai una gamma di prodotti molto più ampia. Devi capire come piazzarli e offrirli in modo efficiente, devi gestire le risorse del tuo team tecnico. Non dimentichiamo che gli utenti finali spesso non sanno che dietro i registrar c’è il lavoro di un registro! Eventuali modifiche di prezzo o alle politiche lanciate dai registri ricadono poi sulle spalle dei registrar. Senza averne nessuna colpa, possono così ritrovarsi con clienti insoddisfatti o tassi di conversione in calo.
La crisi coronavirus ha colpito direttamente e indirettamente ogni settore. In che modo questo nuovo scenario ha cambiato il tuo lavoro quotidiano e il settore a cui appartieni?
L’industria dei domini è andata abbastanza bene. Ciò è inevitabilmente legato al fatto che alcuni tipi di attività tradizionalmente offline hanno dovuto rivolgersi al digitale per vendere i propri beni e servizi. Parte di questo processo di solito prevede la registrazione di un nome di dominio. Con l’accresciuta attenzione all’e-commerce nel 2020 e dei mezzi digitali, il settore ha beneficiato di un aumento positivo delle registrazioni di domini. Ma quest’anno dobbiamo aspettarci un probabile abbandono di domini da parte di quelle aziende che non riusciranno a sopravvivere ai lockdown e ai numerosi risvolti della pandemia.
Inoltre, l’industria dei domini è abituata a importanti incontri in presenza. Che si tratti di sviluppare solide partnership tra registrar/registri o di costruire il consenso su policy di alto livello, gli addetti ai lavori sono molto abituati a incontrarsi di persona in varie parti del mondo. Questo credo sia uno dei cambiamenti principali che ho sperimentato io stessa nel mio lavoro.
Le videochiamate e le conferenze Zoom aiutano a colmare il divario e a portare avanti le attività, ma non è paragonabile allo stare insieme nella stessa stanza. Questa nuova situazione rende più difficile creare opportunità o creare sinergie simili a quelle che eravamo abituati ad avere socializzando alle conferenze.