Kubernetes, conosciuto anche come K8s ha oramai raggiunto un certo livello di popolarità tra chi si occupa di informatica. Tantissime persone non addette ai lavori non sanno ancora di cosa si tratti. In parole semplici, Kubernetes è un sistema open source per l’orchestrazione, la gestione e automatica di container.
Tutto nei container
I container hanno rivoluzionato il DevOps. Essi garantiscono che le applicazioni funzionino in modo affidabile dopo essere state spostate in un diverso ambiente. Per il sistema operativo Linux, i container sono processi limitati a Namespace. Un processo in un Namespace è completamente diverso rispetto a uno eseguito fuori da tale ambiente. I processi che condividono lo stesso Namespace possono utilizzare le stesse risorse, ma sono isolati dagli altri processi. Con un numero sempre crescente di container, è emersa la questione dell’orchestrazione. I container non devono solo poter essere avviati e arrestati, ma anche essere organizzati insieme. I container sono anche ideali utilizzati nell’architettura microservice.
Sostituzione dei sistemi monolitici
I sistemi kernel monolitici possono essere confusi nell’ampia gamma di funzioni che svolgono. Kubernetes “apre” i monoliti più difficili. Grazie ai microservizi inseriti in ogni container, l’accesso ai vari servizi diventa più facile e veloce. Il grosso monolito viene suddiviso in diversi piccoli servizi che possono essere inseriti in un container da soli o in coppia. Grazie ai container e alla loro orchestrazione con Kubernetes possono essere implementate nuove funzioni, servizi e correzioni senza downtime.
Sistemi di orchestrazioni dei container K8S
Kubernetes aiuta sviluppatori e amministratori IT nell’automatizzazione, distribuzione, funzionamento, manutenzione e scalabilità delle applicazioni basate su container. Possiamo immaginarci il tutto come una serie televisiva: i pod organizzati da K8S sono episodi singoli che messi insieme hanno con un inizio e una fine. Visto nel suo insieme, esiste un filo narrativo lungo tutta la serie. I personaggi sempre presenti si evolvono nel corso degli episodi così come succede con i pod nei sistemi di orchestrazione dei container.
Signorsì, capitano!
La parola Kubernetes viene dal greco antico e significa capitano o pilota. I container trovano un loro posto nella nave capitanata da Kubernetes. I cosiddetti pod collegano tra loro i singoli elementi, la overlay network con il resto dell’ambiente. Il pod può contenere potenzialmente un numero qualsiasi di container, ma di solito sono in due.
Perché Kubernetes?
K8S promette un’ottimizzazione sotto diversi aspetti: dallo sviluppo alla distribuzione, al funzionamento di applicazioni server complesse che devono far fronte a un carico elevato e devono essere scalate in modo rapido e automatico. Kubernetes semplica il lavoro a sviluppatori, amministratori IT e team DevOps. K8S è una soluzione adatta a startup così come a grandi aziende. I monoliti complessi possono essere sostituiti da un’infrastruttura basata su container e microservizi. Con Kubernetes, questa nuova forma di infrastruttura può essere gestita in modo facile e professionale, consentendo l’orchestrazione di container su più macchine. I fornitori di software che vogliono tenere il passo con la concorrenza dovranno presto fare i conti con Kubernetes.
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